Malattie del cuore e parodontite
Malattie del cuore e parodontite
Negli Stati Uniti, come in molti altri Paesi, le malattie cardiovascolari sono la causa più comune di morte sia per uomini che per le donne e rappresentano la fonte principale di invalidità nell’elenco delle cause più importanti stilato dalla World Health Organization.
Le malattie cardiovascolari stanno evolvendo in forma epidemica in tutto il mondo, e l’aterosclerosi, spesso complicata da trombosi, ne costituisce la causa più frequente.
Oggi sappiamo che il processo aterosclerotico inizia già nel corso dello sviluppo fetale, in particolare nei figli di madri ipercolesteromiche. Pertanto è necessario uno sforzo che dura tutta la vita allo scopo di prevenire questa malattia e le sue temibili conseguenze. Nonostante la genetica predisponente, le manifestazioni cliniche dell’arteriosclerosi possono essere ampiamente prevenute. Ciò rappresenta la principale sfida per il mondo della cardiologia del nuovo millennio.
La parodontite è una patologia multifattoriale che colpisce i tessuti di sostegno del dente (osso e gengive); in Italia la sua incidenza è elevatissima: un italiano su due ha problemi gengivali secondo i dati della Società Italiana di parodontologia (SIdP).
Un recente studio ha rilevato la quantità di batteri parodontali nelle placche aterosclerotiche nelle arterie coronariche. In questo studio sono stati esaminati 44 pazienti con malattia cardiovascolare; essi si sono sottoposti ad esame parodontale e all’endoarterectomia carotidea (intervento chirurgico finalizzato alla disostruzione delle arterie carotidi occluse o parzialmente ristrette). A seguito dell’endoartectomia sono stati rimossi circa 60/100 mg di tessuto arteriosclerotico; è emerso che i batteri responsabili della parodontopatia (Porphyromonas gingivalis, Actinobacillus Actinomycetemcomitans e Prevotella intermedia) sono stati trovati nel 92,3% delle placche ateromasiche di pazienti affetti da parodontite, con un riscontro del 20% (solo di Porphyromonas gingivalis) nelle placche ateromasiche di pazienti con parodonto sano. Questo dimostrerebbe che la parodontite non solo è un processo infiammatorio locale, ma potrebbe anche avere un nesso di causa- effetto con le infezioni e i processi infiammatori sistemici.
Il numero significativo di specie batteriche parodontopatiche nei campioni di tessuti aterosclerotici da pazienti con periodontite conclamata, suggerisce che la presenza di questi microrganismi nelle lesioni coronariche non è casuale e che possano infatti avere un ruolo causale e quindi contribuire allo sviluppo delle malattie vascolari.
La parodontite, in tal senso, può definirsi come un potenziale “fattore di rischio”, che se inibito potrebbe partecipare, unitamente al controllo di tutti gli altri fattori di rischio, al rallentamento dello sviluppo della cardiopatia ischemica.