Il ciuccio: si oppure no?
Il ciuccio: si oppure no?
Molto spesso i genitori si trovano davanti ad una scelta importante: è bene usare il ciuccio con il proprio bambino? Quando bisogna smettere di utilizzarlo? Quale materiale scegliere?
Perché il cuccio?
La bocca è uno dei primissimi strumenti di contatto tra il neonato e il mondo esterno, la suzione è infatti l’attività principale fin dal primo trimestre di gravidanza e, avanzando con l’età, molti bambini iniziano a portarsi alla bocca il dito con l’intento di addormentarsi o calmarsi. Il ciuccio assolve queste funzioni pacificatorie.
Quando iniziare e quando smettere con il ciuccio?
E’ consigliabile iniziare ad usare il ciuccio a partire dalle 4-6 settimane di vita, quando termina la fase della calibrazione e l’allattamento si è ormai ben avviato.
Molti pediatri consigliano poi di eliminarne gradualmente l’utilizzo dopo il compimento del primo anno di età. Anche l’American Academy of Pediatric Dentistry (AAPD), nelle sue linee guida sull’utilizzo del succhiotto, ha affermato che se questo viene tolto quando il bambino ha un’età di 3 anni è molto probabile che il morso si normalizzi da solo con la crescita, mentre l’uso dopo i 4 anni è associato con il rischio di sviluppare problemi dentali a lungo termine.
Tra l’altro l’utilizzo del ciuccio, o l’abitudine che hanno molti bimbi di succhiarsi il pollice, porterebbe nel tempo non solo ad anomalie di forma del palato, ma anche a sviluppare una deglutizione atipica.
Gli effetti negativi del ciuccio si evidenziano su tre livelli:
– sul piano trasversale, ovvero sullo sviluppo dell’ampiezza del palato, poiche’ il succhiotto si interpone tra la lingua e l’arcata superiore, impedendo alla lingua di poggiare sul palato e determinarne lo sviluppo per allargamento. Così l’osso superiore puo’ diventare piu’ stretto di quello inferiore.
– di profilo, l’uso persistente del ciuccio determina un allungamento dell’arcata superiore. E i denti anteriori superiori risultano sporgenti rispetto a quelli inferiori.
– sul piano verticale, con l’interposizione del ciuccio, il bambino sviluppa il cosiddetto “morso aperto”: osservando la bocca del bambino quando e’ chiusa e i denti posteriori sono a contatto, davanti si nota che i denti rimangono distanziati tra loro, e lasciano una sorta di apertura in cui il bambino facilmente interpone la lingua anche quando non deglutisce.
Quale materiale e quali forme scegliere?
Sul mercato esistono ciucci in silicone o caucciù. I ciucci in silicone sono trasparenti, non assorbono odori e sapori e non si deteriorano in seguito alle sterilizzazioni. Sono quindi indicati nei primi mesi, quando il neonato non ha ancora i denti. Il caucciù invece è una gomma naturale, elastica e resistente alla pressione dei denti, che però assimila aromi e, se subisce troppe sterilizzazioni, può rovinarsi; per questo è consigliato dopo i sei mesi.
Le forme sono principalmente tre: a ciliegina, a goccia o anatomici: quello a ciliegia, più simile al capezzolo materno, è più adatto per i neonati mentre quelli a forma a goccia schiacciata e anatomica sono più indicati con l’avanzare dell’età.
Quando il bambino ha circa 3 mesi lo spazio tra le arcate dentali è ancora scarso e le ossa del palato sono morbide: continuare a succhiare un succhietto a ciliegia tende a far sviluppare il palato verso l’alto e quindi a renderlo più stretto, alterando l’arcata dei denti.
Il ciuccio dovrebbe essere sempre più grande del palato del bambino e mai più piccolo: questo perché succhiando, il palato tende ad adattarsi alla misura del ciuccio, dunque se questo è più piccolo, il palato andrà restringendosi per adattarsi. Al contrario un ciuccio di maggiori dimensioni aiuterà il palato ad allargarsi evitando di creare ulteriori problemi.
In media il ciuccio andrebbe sostituito ogni due mesi, sia per adattarlo alla crescita del cavo orale sia per questioni igieniche.
Il dito in bocca è più o meno dannoso del ciuccio?
Il dito in bocca crea danni maggiori rispetto al ciuccio; le dita sono più grandi del ciuccio e causano maggio alterazioni. Infatti gli effetti negativi dipendono da quale dito il bimbo mette in bocca.
È il pollice? Avremo un palato molto ogivale, perché il pollice lo spinge verso l’alto.
Tiene il pollice in bocca e l’indice sopra al naso? In questo caso si aggiunge anche un problema di respirazione, perché il dito sul naso chiude la narice.
Mette in bocca indice e medio? L’arcata dentale subisce maggiori influenze negative nello sviluppo.
Inoltre, le dita sono più grandi del succhietto e quindi causano alterazioni maggiori.